La bronchiolite è una tipica malattia dei mesi freddi. La sua “stagione” inizia in inverno e dura fino ai mesi di marzo-aprile. È una malattia respiratoria acuta che provoca l’infiammazione dei bronchioli, i rami più piccoli dell’albero respiratorio. Potresti averne già sentito parlare da altre mamme e ti chiedi come faresti a sapere se il raffreddore di tuo figlio può portare a questa patologia. Qui troverai le indicazione per del caso per imparare a riconoscerla e muoversi per tempo.
Solitamente causata in più del 60% dei casi dal cosiddetto virus respiratorio sinciziale, colpisce i bambini sotto i 2 anni di età con un’incidenza maggiore fra i 3 e i 6 mesi di età, mentre si trasforma in semplice raffreddore nei bambini più grandi. Infatti, a causa del momento di maturazione dell’albero respiratorio, i virus che negli adulti e nei bambini più grandi possono causare un semplice raffreddore, sono in grado di scendere alle vie aeree inferiori nei neonati, provocando condizioni più complesse rispetto a un raffreddore.
Di solito inizia come un raffreddore con tosse e muco, a volte associato a febbre ma, con il passare dei giorni aumenterà la difficoltà di respirazione, uno dei sintomi fondamentali e il più caratteristico della malattia. Ecco una lista di ciò che bisogna notare nel bambino per capire se sta soffrendo di bronchiolite:
- Sofferenza respiratoria oltre a un ritmo più rapido nella respirazione, l’uso dei muscoli della gabbia toracica per ampliare la respirazione e un aumento della tosse, che di solito è secca.
- Le difficoltà respiratorie causano, di riflesso, difficoltà nel deglutire, perciò molti bambini respingono parzialmente il cibo.
- Nei casi non complicati, la patologia ha una durata compresa fra 7 e 10 giorni, con una fase di progressivo peggioramento dei sintomi e successivo miglioramento.
In questo periodo dell’anno l’ospedalizzazione dei bambini colpiti dalla bronchiolite avviene a causa della necessità di idratare il bambino e fornire ossigeno supplementare. La scelta di ospedalizzare il bambino si basa sul suo background: se ad esempio, è prematuro, o se molto piccolo nelle prime settimane di vita o se soffre di una malattia cronica che può provocare complicanze come la polmonite. Una volta guarita, la bronchiolite è una malattia con la capacità di lasciare una traccia nei bronchi. Quindi i bambini che hanno sofferto di bronchiolite hanno una maggiore probabilità di esserne affetti nuovamente.
Come prevenire e curare la bronchiolite
Non è facile riuscire a prevenire questa infezione virale e non sono disponibili vaccini, ma si possono prendere alcune precauzioni come il lavaggio frequente delle mani è essenziale. È una misura molto importante per i genitori e per tutte le persone che si prendono cura dei bambini. Si raccomanda di mantenere i bambini lontani da persone malate per evitare il contagio. Anche una casa ben ossigenata e senza fumo di tabacco oltre che l’allattamento, sono fattori che prevengono l’infezione.
Per molti anni, un trattamento definitivo è stato cercato ma senza successo. Quindi non c’è altra scelta se non quella di aspettare che il bambino la superi da solo. I trattamenti usati servono per alleviare i sintomi causati dalla bronchiolite:
- Lavaggio nasale con soluzione fisiologica salina. Decongestiona il naso e facilita l’ingresso di aria nel resto del tratto respiratorio.
- La posizione semi-incorporata (invece di sdraiarsi) facilita il passaggio dell’aria.
- Cibo frazionato in più pasti. Si consiglia di dare piccole quantità ma più spesso per mantenere lo stato di idratazione e allo stesso tempo evitare di stancare troppo il piccolo.
- In caso di febbre alta, possono essere raccomandati farmaci antipiretici.
- Durante l’ospedalizzazione la terapia prevede la somministrazione di ossigeno.