Come trattare l’ipocondria

L’ipocondria è un disturbo che colpisce circa il 20% della popolazione. Generalmente questo disturbo scaturisce nel momento in cui la persona si sente più vulnerabile e nevrotica oppure quando una persona a lei vicina sta attraversando una malattia grave. Altre volte si verifica quando si attraversano importanti cambiamenti capaci di generare stress.

L’ipocondria si basa su un aspetto dualistico, da un lato vi è una necessità di mantenere una salute prevalentemente buona, dall’altro vi è un’idea di malattia associata alla sofferenza. Questo tipo di disturbo è capace di generare molta ansia e, nei casi più gravi, depressione poiché la voglia di rimanere in salute è talmente forte da provocare queste condizioni. Chi soffre di ipocondria, pensa che i sintomi di una semplice influenza sono in realtà da ricondurre a malattie ben più gravi. Questa condotta provoca un aumento della paura invece di facilitare l’accettazione che la morte e la malattia siano naturali. Un altro fattore che alimenta questa condizione è l’osservarsi troppo, difatti più attenzione si presta ad un sintomo o ad una malattia e più essa appare insuperabile facendo comparire anche sintomi che in realtà non si hanno.

L’ipocondria provoca nella persona una ricerca esasperata della conferma di un disturbo di cui in realtà non si soffre. Difatti, non sono pochi i casi in cui l’ipocondriaco va alla ricerca del medico che confermi la sua ipotesi. Fra le azioni aggravanti della malattia, di certo una delle peggiori è quella di affidarsi al Dr. Google, sulla rete infatti sicuramente il “malato immaginario” ritroverà una miriade di sintomi con i quali si autodiagnosticherà le patologie più disparate.

Per uscire dalla malattia, bisogna convincersi di una cosa soltanto: le infermità e la morte sono cose naturali e prima o poi tutti, senza sconti, dovremo averci a che fare e, in ogni caso, anche se si è malati si può essere felici!

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